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lunedì 9 dicembre 2002

Patagonia 2002, da solo a Chaltén

Nel mese successivo al tentativo sul San Lorenzo con Diego Fregona mi sposto a Chaltén dove decido di prolungare il mio viaggio da solo, senza mete ben chiare ma con tanta voglia di girare tra queste montagne.
Due mail che inviai al sito Intraisass di Alberto Peruffo:

27 novembre

Ciao, situazione stagnante in questa regione dal classico maltempo.
La stagione è molto in ritardo e nevica spesso sui monti con un maltempo più o meno costante. Ho effettuato solo un tentativo di via nuova in solitaria sulla parete Ovest del Techado Negro (Valle del Cerro Torre), circa 900 metri di misto, roccia e neve su un versante totalmente inviolato. Partito con un tempo medio-bruttino e dopo 2 ore divenuto molto brutto, ho preferito scendere e riprovare più avanti. Nessuna delle poche spedizioni presenti ha salito nulla, ci sono argentini al campo base del Fitz Roy che sono lì da 20 giorni ad aspettare. Oggi è arrivata invece la spedizione del mio amico tedesco Thomas Tivadar, insieme all'ungherese Gabor Berecz e ad un altro tedesco. Li conosco perché hanno aperto molte vie in artificiale in Val di Mello, nel loro stile big wall. Il loro obiettivo è la parete NW del Piergiorgio, quella del nostro tentativo Gringos Locos del 1997 e la stessa dove andranno i Ragni di Lecco a gennaio. Thomas non sa ancora dove tenteranno la via, ma la zona è vicina alla linea dei Ragni (credo a destra) e la fine del loro itinerario previsto passa per la grande rampa obliqua verso sinistra dove dovrebbero finire anche i Ragni lungo la linea iniziata da Casimiro Ferrari. I tedeschi hanno 3 settimane di tempo (poco), ma staranno in parete continuamente con un portaledge da 3 persone; lo stile sarà il loro solito, quasi tutto in arrampicata artificiale "new wave", un peccato su una parete come il Piergiorgio dove la scalata libera e "pulita" è secondo me il miglior stile per risolvere uno degli ultimi problemi patagonici. Noi avevamo salito 21 tiri di corda solo con 5 spit sui tiri, raggiungendo la cima della grande rampa che sale da destra. La cosa bella è che se Thomas e C. finiscono la loro via sulla rampa e vanno in cima, finiranno indirettamente anche il nostro tentativo (che si era arrestato a circa 100/150 metri dalla cima della parete), che diventerebbe quindi una via che si congiunge ad un'altra, quindi da ritenersi un itinerario completo qui in Patagonia (come decine di altre vie).
Inutile dire che tifo per Thomas (anche se non apprezzo quel tipo di arrampicata) ed anche per i Ragni di Lecco (i quali verranno giù con la solita spedizione stile anni '70, con i vecchi portatori e i giovani che scaleranno) se i tedeschi falliranno. Quella fantastica parete di 1000 metri di super granito merita una grande via ma solo se salita in buon stile, mica in 20 persone o con 200 chiodi...
Il resto tutto ok, dopodomani risalgo al campo base e vedrò la situazione della neve per effettuare un altro tentativo.
Bueno, mi farò risentire se ci saranno grosse novità, per ora un salutone dall'altro capo del mondo.

9 dicembre
Hola muchachos,
"despues un monton de malo tiempo" è arrivato un po' di bel tempo che è durato qualche giorno.
Domenica scorsa, il 1 dicembre, ho effettuato un secondo tentativo al Techado Negro salendo in solitaria per circa 300 metri lungo pendii nevosi e roccia del cavolo. Giunto su una torre a metà parete ho gettato la spugna perché il rischio di volare giù da quel marciume di roccia e neve era troppo elevato. La sera stessa sono sceso dal campo base fino a Chalten dove mi sono accordato con l'italiano Marcello Cominetti per andar via una settimana in zona Hielo Continental, per un tentativo lampo alle pareti del Cordon Mariano Moreno. Il 2 dicembre salita lunga e molto carichi al Passo del Viento, discesa nello Hielo e primo bivacco sulle morene ai margini del ghiacciaio. Il giorno dopo, con tempo in peggioramento, siamo andati avanti ancora 2 ore fino al ghiacciaio ma il vento contrario e le condizioni pessime del ghiacciaio (non si poteva utilizzare la slitta per almeno un giorno di marcia, quindi ce la saremmo dovuta sempre portare in spalla), ci hanno fatto riflettere sulla possibilità o meno di farcela a raggiungere la base del Mariano Moreno (30 km più ad Ovest) con il poco tempo che avevamo. Marcello doveva rientrare per il 7 dicembre. Cambio di programma e risaliamo al Passo del Viento dove piazziamo la nostra mini tenda sotto il valico sul versante di Laguna Toro.
Due giorni di brutto tempo in tenda e finalmente, nell'ultimo giorno disponibile per tentare qualcosa (il 6 dicembre), il tempo si è messo al bello. Partenza alle 6.30 dalla tenda in direzione del bellissimo ed imponente Cerro Grande, una montagna che non conta più di 10 salite e solo una via tecnica su ghiaccio aperta da Casimiro Ferrari e C. Avvicinamento con racchette da neve e attacchiamo il lato destro del versante Sud-Sudest, credo a destra della via di Ferrari. Giungiamo sulla cresta sommitale della via normale dopo circa 6 ore (o 7, non ricordo), aprendo credo una nuova via di ghiaccio di 7 lunghezze di corda più il resto slegati, lungo goulotte ed un po' di misto con pendenze fino a 70° e qualche muro più ripido. Sulla cresta sommitale (via normale), quasi orizzontale e piena di cornici, andiamo avanti solo un tiro poi decidiamo di scendere lungo la via di salita senza arrivare sulla vera cumbre. Era tardi ed eravamo accontentati dalla bella giornata. Rientro al campo del Passo del Viento alle ultime luci del giorno. Il giorno seguente discesa in paese a piedi e con i cavalli. Muy bueno, non ci speravo più ad un'altra salita patagonica in questo mese...

Altro in giro: il Fitz Roy è stato salito in totale 3 volte quest'anno. Una settimana fa la spedizione svizzera ha ripetuto la classica "via dei Californiani" ed in questi giorni una argentina pare sia salita dalla "Franco-Argentina". Prima di queste salite, a metà novembre, due francesi avevano ripetuto la "Supercanaleta" trovandola in orrende condizioni. Nella Valle del Cerro Torre solo tentativi e poca gente a scalare. Un tentativo ad "Exocet" sul Cerro Standhart da parte di due guide locali argentine (fallito per il troppo calore dell'altro giorno) e un primo avvicinamento al Cerro Torre da parte di altri due argentini. Nessuna notizia dal Cerro Piergiorgio dove comunque i tedeschi dovrebbero aver approfittato di questi 3 giorni di bel tempo mite. Qui in paese e tra le guide locali si parla solo del nuovo problema del transito del Passo Marconi (dove si entra sullo Hielo Continental per effettuare il classico giro del ghiacciaio che dura 4 o 5 giorni intorno al Cerro Torre). Il passo è sul confine del Cile e quest'anno i cileni stanno addirittura costruendo un rifugio al passo e controllando con le motoslitte che dall'Argentina non passi nessuno. E' il solito problema che hanno l'Argentina e il Cile per delimitarsi i confini su questi grandi ghiacciai e quest'anno pare intensificarsi più del solito, un bel problema per le guide (anche qualcuna italiana) che lavorano tanto su questo percorso con i clienti più allenati.

Il resto tutto ok, ho sempre un problema per il mio ticket dell'aereo per rientrare il 17 dicembre in Italia, spero di farcela a risolvere il tutto perché in caso contrario la mia incazzatura mi farà restare qui per tutta la stagione. Vorrà dire che mi metterò a far la guida o a fare il corrispondente dalla Patagonia per le vostre testate giornalistiche, ovviamente dopo aver scalato tutto quello che c'è qui a disposizione (Cerri y Mujeres).

Un abbraccio

A cavallo per la Valle del Rio Tunnel

Marcello Cominetti riposa le spalle prima del Passo del Viento
La nostra nuova linea sul Cerro Grande (la 4)

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